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Tag: psicoanalisi

ARTE (O) TERAPIA: conflitti su carta

Arteterapia, musicoterapia, teatroterapia. Il paradigma medicale sembra essere applicabile a qualsiasi pratica, qualificando però un protocollo che germina dal lato dell’istituzione, del medico, del terapeuta.

Psicoanalisi e teorie dell’arte, una come punto di fuga etico, l’altra con l’obiettivo di rispondere alla domanda “che cosa è l’arte?” pongono invece all’origine del gesto artistico il soggetto e la sua intenzionalità.

Al di là di qualsiasi effetto più o meno “terapeutico” che la produzione artistica, come qualsiasi altra attività umana, possa sortire, ci si chiederà quindi quanto l’arte, e più in generale l’espressione, possa essere prescritta, somministrata, senza l’impulso primigenio, sia esso o no una risposta a qualcos’altro, di quel soggetto che la qualifica come tale. 

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I DCA – Infanzia, adolescenza, età adulta

I disturbi del comportamento alimentare sono patologie complesse che riguardano solo apparentemente un disagio del corpo e della funzione alimentare, ma hanno piuttosto a che fare con uno stato di malessere e difficoltà profonda della persona.

L’anoressia e la bulimia colpiscono a tutt’oggi prevalentemente il sesso femminile (circa 90%) pur essendo in grande aumento negli uomini. Insorgono nella maggioranza dei casi durante l’adolescenza anche se l’eta’ di esordio della malattia si sta abbassando e, attualmente, si riscontrano sempre più casi nell’infanzia e nella pubertà (anoressia 0.3%, bulimia 1%, altri disturbi 6%).
In Italia si e’ stimato che la prevalenza di anoressia e bulimia, tra le donne di eta’ compresa tra i 15 e 24 anni, e’ di circa 65.300 casi, pari al 1.5% e che l’incidenza e’ di 15 casi per 100.000 abitanti, pari a circa 8.500 nuovi casi all’anno.

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LABORATORIO CLINICO HETA

Questo spazio è stato creato nell’ottica di rispondere alle problematiche che chi opera nel settore sociale e sanitario si ritrova a dover affrontare durante il proprio lavoro.

Martedì  19 febbraio 2019 riprendono, nella sede del Centro Heta di Ancona, gli incontri di formazione all’interno di uno spazio serale dedicato al confronto e alla supervisione, a disposizione di chi, lavorando con soggetti in situazioni di disagio, desidera discuterne insieme ad altri professionisti e operatori.

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QUESTO SPAZIO È PICCOLISSIMO – Incontri del lunedì

A partire dalla lettura scenica di alcune delle poesie raccolte nel libro QUESTO SPAZIO È PICCOLISSIMO, saranno illustrate e commentate alla presenza dell’autore le opere di Andrea Trotta, in arte Delamarne (www.delamarne.com).

Pittore e scrittore molisano da tempo residente all’estero. Durante l’iniziativa i quadri e i versi dell’artista si alterneranno per discutere di identità e confini, nel tentativo di mettere in luce i mille e uno punti di contatto tra il linguaggio dell’arte e della psicoanalisi.

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INCONTRI DEL LUNEDÌ – Docufilm EAT ME

Con l’obiettivo di declinare prevenzione e pratica clinica all’ascolto, si parlerà di come raccontare e farsi raccontare, attraverso l’esperienza e la singolarità di un dolore che caratterizza sempre di più la nostra società.

Incontri ravvicinati del Lunedì

Lunedì 3 dicembre 2018, presso la sede del Centro Heta di Ancona in Piazza Diaz 2,  la dottoressa Giuliana Capannelli, a partire dalla visione del docu-film EAT ME, ci accompagnerà in una riflessione sul tema dei Disturbi Alimentari. Saranno presenti i registi Ruben Lagattolla e Filippo Biagianti.

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IL LAVORO ANALITICO e quello con i genitori

Essere orientati dalla Psicoanalisi nella cura dei disturbi alimentari significa innanzitutto mettere al centro della cura il soggetto, il soggetto dell’inconscio per essere precisi, il che significa non considerare il sintomo un deficit o un disfunzionamento.

Nel caso dei disturbi alimentari, non si tratta di normalizzare il comportamento alimentare “disturbato”, bensì porre l’accento sul significato che il sintomo alimentare, nelle sue diverse declinazioni, assume come rivelatore della verità  intima del soggetto.

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COMUNICARE L’INDICIBILE – L’atto del silenzio

Non tutto passa attraverso la parola e c’è bisogno di dare un posto a questo indicibile, a questa verità  impossibile a dirsi, c’è bisogno di dargli un posto affinché si produca qualcosa di diverso da un sintomo, affinché non rimanga incistata nel corpo o nel pensiero.

Come comunicare ciò che non può dirsi? Shhhh. Silenzio!

Il silenzio non è mai da intendersi come un’assenza. E un gesto, un atto, è qualcosa che va al di là  della parola: “Il suo silenzio valeva più di mille parole”.

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SEMINARIO DI FORMAZIONE – per operatori e studenti

Il percorso che ci si prefigge di affrontare insieme è quello di capire come ascoltare e rispondere a una domanda di aiuto, in che misura e a che finalità utilizzare gli strumenti mediatici a nostra disposizione oggi.

Si tratta di individuare che posto dare alle parole e al linguaggio del paziente nella cura, come intervenire con la rete di supporto della persona sia familiare che relazionale.

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