Un convegno a Villa Oasi di San Marcello con la partecipazione di Heta.
L’appuntamento è a San Marcello (AN) per il 29 settembre ORE 16.00 presso la struttura residenziale regionale per la cura dei disturbi del comportamento alimentare “Villa Oasi”, ex convento dei frati di Montelatiere.
Siamo qui come referenti del terzo settore al coordinamento regionale per i disturbi alimentari e rappresentiamo al tavolo le associazioni che a vario titolo si interessano dei disturbi alimentari nelle Marche. Nostro obiettivo è far si che venga data voce a tutti gli attori in campo e che si possa superare, prima o poi, la distinzione tra pubblico e privato sociale per costruire una rete realmente operativa nel campo dei disturbi alimentari.
Il mio contributo di oggi verterà principalmente su quella che è la novità e per alcuni il traguardo che i disturbi alimentari hanno ottenuto entrando a far parte dei LEA, i livelli essenziali di assistenza. Quali sono le origini di questo e quali le possibili conseguenze.
Non celebriamo la giornata del fiocchetto lilla perché non dividiamo le persone per colore o per presunta patologia, e chiunque svolga un lavoro clinico sa perfettamente che o si ascolta il disturbo o si ascolta l’essere umano che c’è dietro.
Non abbiamo organizzato eventi per il fiocchetto lilla perché si sta rischiando di fare di una causa propria la propria causa, ed è irresponsabile per chiunque si occupi di dolore umano assecondare questa deriva verso un altro, ennesimo, ideale.
Quando una persona di fronte a noi soffrirà di un qualcosa, faremo di tutto perché se ne occupi, ma non gli consiglieremo mai di celebrarlo.
UNA RISPOSTA POSSIBILE – Il trattamento dei disturbi alimentari, dipendenze e sintomi contemporanei.
Il dibattito sulla salute mentale dei giovani e la necessità di fornire delle risposte efficaci portano a stringere il focus dei trattamenti somministrati intorno l’obbiettivo primario di una “remissione sintomatica” di fronte ai quali le nuove e molteplici forme che la sofferenza assume, e le elevate “ricadute”, evidenziano un’impasse nella direzione della cura. Il dibattito e la convergenza di più servizi sul territorio regionale vogliono aprire a una riflessione perché la sofferenza soggettiva possa trovare una possibilità, attraverso gli spazi, i tempi e i modi, di essere accolta.
Laboratorio di riflessione e approfondimento sui disturbi alimentari.
Il Centro Heta e l’Associazione Fort-Da hanno dato vita a DAMA, una rete di comunicazione, studio e trattamento dei disturbi dell’alimentazione di orientamento psicoanalitico. Il gruppo di lavoro ha alla base la psicoanalisilacaniana e orienta la sua politica e la sua clinica a partire dall’etica.
I disturbi alimentari sono un momento di rottura del rapporto con l’Altro, l’adolescenza è l’età dell’indipendenza e della separazione dall’Altro.
Quattro lezioni e una conferenza pubblica per percorrere, fra la pratica clinica e la teoria psicoanalitica, gli esordi dei disturbi alimentari in questa fase della vita.
Dalle cucine di GIORGIO BARCHIESI (per tutti Giorgione) e i salti in alto di ALESSIA TROST, al giallo noir di CHIARA MARCHELLI. Per un #fiocchettolilla diverso dal solito.
Perché, al contrario di quello che si potrebbe pensare, cibo, corpo, relazioni, non sono pertinenza esclusiva del sintomo alimentare. Sono dimensioni che appartengono alla nostra quotidianità e ci interrogano, toccano tutte e tutti.
E, insieme a loro, professionisti del gusto, del movimento, della parola, vogliamo parlare di piacere, desiderio, cura, di quel TUTTO E(‘) NIENTE che si pone al di là del bisogno e della fame intesa come pura e semplice alimentazione.
Considerazioni sulla trasmissione di RAI3: “Fame d’amore”. Come parlare dei disturbi alimentari?
C’è un troppo nelle parole e nelle immagini di certi prodotti televisivi che circolano ultimamente relativamente ai disturbi alimentari. Prendiamo a spunto la serie intitolata “Fame d’amore” trasmessa da RAI 3 in seconda serata e che è ora alla sua seconda edizione. Non è l’unico prodotto televisivo sul tema, ma certamente quello più studiato per sensibilizzare il pubblico a comprendere cosa “sta dietro” un disturbo alimentare come l’anoressia, la bulimia, l’obesità, il disturbo d’alimentazione incontrollata e tutte le altre forme di disagio psichico che si manifestano attraverso il cibo.
“Io non volevo dimagrire, io volevo sparire” (Silvia)
Nell’ambito del progetto “Aldilà del cibo e dell’immagine: i giovani”, promosso e realizzato dal Rotaract di Senigallia in collaborazione con il Centro Heta e con il patrocinio del Comune di Senigallia.
Progetto di prevenzione e sensibilizzazione sui Disturbi del Comportamento Alimentare
“La gente dovrebbe capire che non c’entra l’esteriorità. Pensano che io sono anoressica solo se sono magra. Quindi non ha senso aver ripreso peso, non ha senso aver fatto tutta questa fatica, sono al punto di prima: io non so chi sono” (Caterina)
“A me il cibo mi ha salvata. Era un discorso profondo dove io scoprivo le carte. Non è vero che mi ha fatto male, il cibo mi ha salvato. Mi dà benessere, mi dà tranquillità, mi va via l’ansia” (Daniele)
”Io non volevo dimagrire, io volevo sparire” (Silvia)
I disturbi alimentari non sono patologie dell’immagine o dell’appetito. Non esistono due sofferenze uguali. Ogni persona ha una storia a sé che va accolta e ascoltata.