NON SOLO TANGO. Connessioni trasversali

Psicoanalisi e Tango Argentino si abbracciano.
Connessioni trasversali” è un progetto che nasce dal connubio inedito tra psicoanalisi e Tango Argentino, frutto della collaborazione tra il Punto HETA Bologna ed ELLEDANZA asd di Bologna.
>>>>>>>>>>Nonostante le loro origini in contesti geografici differenti, il Tango Argentino e la Psicoanalisi nascono entrambi alla fine dell’Ottocento, in un momento storico caratterizzato da tensioni identitarie, repressione sessuale e cambiamenti socio-culturali.
>La Boca, quartiere portuale di Buenos Aires, culla del tango argentino, a quell’epoca ospitava comunità di immigrati provenienti dall’Europa e dall’Africa in una città ancora priva di un’identità nazionale coesa. In questo quadro multiculturale e segnato dalla povertà, il tango prende vita nei bordelli – tra marinai, operai e prostitute – come espressione corporea di desideri proibiti, di nostalgia e malinconia. Quel movimento sensuale, scandaloso per l’epoca, diventa un modo per dare voce a chi vive ai margini tessendo, con musica e ballo, i fili di una nuova identità.
In modo analogo, la psicoanalisi nasce a Vienna, capitale dell’impero austro-ungarico, dove il progresso scientifico si scontra con il disagio derivante dalla repressione morale vittoriana e da un certo smarrimento identitario. In questa città multietnica, colta e rigida, Freud si dedica ai desideri rimossi, dà voce al soggetto dell’inconscio e inaugura un nuovo dispositivo che implica l’ascolto del disagio psichico, servendosi della parola come strumento.
>Il tango, con la sua arte, e la psicoanalisi con teoria e clinica, sfidarono la repressione sessuale dell’epoca offrendo spazi per esprimere ciò che la società taceva.
Il progetto annoda queste due realtà: il Tango Argentino, esplorato non solo come ballo ma come un linguaggio dove si intrecciano corpo, parola e pensiero; la Psicoanalisi, che tenta di tradurre in parole l’incomprensibile del corpo, lasciando spazio a ciò che resta misterioso, un resto indicibile.
Gli incontri, gratuiti e aperti a chiunque desideri partecipare, si tengono presso la Casa di Quartiere Katia Bertasi di Bologna. Sono quattro appuntamenti tematici che alternano momenti pratici – con esercizi guidati dalla maestra di tango Luciana Semprini – a spazi di parola condotti dalla psicoterapeuta Paola Marinelli.
Non si tratta di imparare a ballare, non serve né sapere di psicoanalisi, né saper ballare; bastano la curiosità di scoprire, esplorare e il desiderio di condividere e lasciarsi sorprendere, attraverso la parola e il movimento.
Nel primo incontro, “Spazio al corpo”, ogni partecipante si è presentato raccontando il proprio legame con il tango. Sono emerse domande riguardanti il mistero dell’incontro con l’Altro, inteso come quella inevitabile dimensione di estraneità, l’alterità che abita il corpo proprio, punto di opacità che ci ricorda che non siamo padroni di noi stessi. Il contatto rivela qualcosa di insondabile, non misurabile, un’eco di ciò che ci sfugge, un concerto tra corpi che non si spiega con la tecnica e gli anni di ballo.
Nel secondo incontro, “Relazioni di contatto”, si è toccato il sottile confine tra attivo e passivo, tra fiducia e incertezza, tra contatto e distanza. In seguito, con le parole, si è tentato di nominare quanto avvenuto nel corpo durante gli esercizi.
I prossimi appuntamenti, “Presenza e ruolo” e ”Intimità e distanza” continueranno questo dialogo tra movimento e parola.
>L’intento non è quello di insegnare o spiegare, ma stimolare nuove prospettive tramite il legame tra corpo e parola, lasciando affiorare una dimensione che non si può del tutto afferrare, che sfugge alla conoscenza, alla rappresentazione e al dire.